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"La musica sei tu" di Kimbo Ina Vellocet

LA MUSICA SEI TU k 

... Vedi come la musica ha "miliardi di facce"...
La musica è il luogo della scoperta, uno spazio da concepire non come una storia,
o una danza, o altro, ma IL LUOGO DOVE RECARSI: se vuoi andare in quel luogo
devi semplicemente ascoltare.
Respira, stai fermo, muoviti, socchiudi gli occhi, ricrea la tua vita dentro il ritmo della musica
e Lei diventerà la tua medicina. Come fosse una luce che ti attraversa e che guarisce malesseri,
disarmonie e tristezze.
Quando ascolti la musica non ti viene trasmessa solo la musica, ma un'intera esistenza.
Niente è solo musica. Dentro le sue onde vivono immagini, persone, mondi ...
Universi vicini e universi abissalmente lontani.
Una vibrazione invisibile che riesce a superare il tempo e il luogo.
Per me la musica è proprio l'arte per eccellenza.

                               (Kimbo Ina Vellocet)

SURFACE OF ECEON. THE KING BENEATH THE MOUNTAIN (2001). Sotto la crosta le traiettorie verdi del suono

SURFACE OF ECEON 1

Con il primo beat subito la percezione del luogo incerto dove siamo approdati. L'album inizia con una indecisione chitarristica, tale da farci rimanere allertati ancora prima di capire. "Open Sea" è brano dal vibrato acuto, di iniziale atmosfera misticheggiante dove si muove la luce, accompagnata da percussioni lontane come se il panorama possedesse densità tale per divenire materia. Incandescente ed elastica, selvaggiamente descrittiva e uniforme come il rumore di fondo di un pianeta ancora in ebollizione: la Terra, vista alla maniera eroica ed angosciante dei Pink Floyd, quando durante l'orda di pulsioni costrette sotto la crosta, di seguito lasciava spazio a scoppi primordiali con lava di vulcano. Poi "Silence Beheads Us", in un rimando ultra cosmico irradiante, in una larga introduzione ondeggiante di sapore psichedelico in grado di affermare le inclinazioni surreali e prive di corpo fisico come le descrissero Klaus Schulze e i Tangerine Dream peregrini di navigazioni stellari Anni '70. "Echoes" galattici e ultraterreni, presenze dilatate come fantasmi mentre si rincorrono manifestando esclusivamente la loro voce incorporea. "Grasshopper King" si espande in un gorgo allucinato aderente al rock più scalcinato dei Velvet, assapora il fragore delle battaglie antimelodiche e si smarca come un plasma ancora in piena estasi vitale. Pulsazioni ed onde elettromagnetiche catturate mentre stanno attraversando il nostro universo, incuranti della nostra presenza ed esposizione. Ed ancora "Deep Grey Night" come un tuffo variamente malinconico dentro le nuvole della notte rischiarata solamente da pulsanti luci, lucciole che si muovono descrivendo traiettorie e geometrie fascinose. Allagamenti di suono riposante e misterioso, magicamente avvolgente come il riflesso dei sogni. Poi ecco la vibrazione in alta tensione di "Council Of The Locusts", il maestoso divenire condensato, apparentemente uniforme con al suo interno grandi quantità sonore diversificate, estroversioni interiori e flussi di energia del cuore. Il termine è "Ascension To The Second Tier Of The Outer Plane Of Dryystn", un modello musicale disteso e "ambient" alla maniera del miglior David Sylvian di "Gone To Earth" ed in ripresa delle antigravitazionali atmosfere in "Apollo" di Brian Eno.
Buona Musica e Auguri di Buon 2017. 