COVER ART - Gli involucri d'arte della musica. Ricordando Hans Rudolf Giger
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- Category: La musica sei tu
- Published on Thursday, 23 June 2016 10:36
- Written by Kimbo Ina Vellocet
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"Brain Salad Surgery" disco realizzato dagli Emerson Lake & Palmer per la Manticore nel 1973 si propone con impatto visivo suggestivo e sinistro. Una sensualissima bocca femminile emerge in primo piano, incorniciata dentro un volto perfetto avvolto da fronde di capelli che ricordano qualcosa d'antico Egitto, ma anche di pelle di serpente. Un'immagine surreale tutta raccolta in una visione frontale ravvicinata, una macchina metallica contenente oltre alla carne pallida e liscia, anche un teschio incastonato che rimanda al tema della maschera funeraria. Lo spazio è angusto, tombale, metafisico e inquietante tuttavia possiede una forte carica magnetica ed un fascino indiscutibile. La colorazione monocromatica, data dal grigio asciutto e in ombra ne fa un'opera in odore di Neoclassicismo. L'autore è un grande artista: Hans Rudolf Giger, nato nella Coira in Svizzera il 5 febbraio del 1940 e scomparso il 12 maggio del 2014 a Zurigo. La sua invenzione è quella dei "biomeccanoidi", possibili organismi del futuro in cui metallo e carne si legano indissolubilmente.
E' un pittore importante che lavora anche per il cinema... Famoso e premiato con l'Oscar per gli effetti speciali nel 1979 in virtù della creazione, assieme a Carlo Rambaldi, del mitico "mostro" galattico che abiterà le astronavi in viaggio interstellare nella leggendaria sequenza del regista Ridley Scott: "Alien".
Ulteriore copertina è la fotografia elaborata e dedicata al "visage" di Deborah Harry per un suo disco al singolare che si chiama "KOO KOO" del 1981. Anche qui la ricerca estetica si esplica attraverso tonalità di bianco e nero, esplorando tutte le modulazioni del grigio. Forse l'assenza di colore toglie le pulsazioni della vita, ma proprio questa scelta formale è per Giger un fenomenale elemento contenutistico. Le sue visioni sono solitamente al limite della descrizione di un mondo oscuro e goticheggiante, funereo, portatore di esseri del futuro dal carisma allarmante. E nuovamente quindi i "biomeccanoidi", si legano alla macchina/meccanica, assumendo in questa cover le sembianze di Debby. Lei tuttavia sfugge al clichè del futuribile per riflettere invece sui segnali di un lontano passato tribale. Il contatto carne/metallo è qui espresso mediante acuminatissimi chiodi posti ordinati a trafiggere il suo volto. Ed è come se si stesse verificando uno sconosciuto rituale magico: anche il nastro posto sulla fronte è cosparso di una scrittura carica di simboli che provengono da una civiltà antichissima ormai dimenticata.