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"La musica sei tu" di Kimbo Ina Vellocet

LA MUSICA SEI TU k 

... Vedi come la musica ha "miliardi di facce"...
La musica è il luogo della scoperta, uno spazio da concepire non come una storia,
o una danza, o altro, ma IL LUOGO DOVE RECARSI: se vuoi andare in quel luogo
devi semplicemente ascoltare.
Respira, stai fermo, muoviti, socchiudi gli occhi, ricrea la tua vita dentro il ritmo della musica
e Lei diventerà la tua medicina. Come fosse una luce che ti attraversa e che guarisce malesseri,
disarmonie e tristezze.
Quando ascolti la musica non ti viene trasmessa solo la musica, ma un'intera esistenza.
Niente è solo musica. Dentro le sue onde vivono immagini, persone, mondi ...
Universi vicini e universi abissalmente lontani.
Una vibrazione invisibile che riesce a superare il tempo e il luogo.
Per me la musica è proprio l'arte per eccellenza.

                               (Kimbo Ina Vellocet)

ART OF NOISE. IN VISIBLE SILENCE (1988). Tumulti sonori fra tecnologia e interiorità

artofnoiseinvisiblesilehy1Esperimenti ed alchimie con il suono, avanzamenti e ritorni della memoria come si trattasse di un elastico al quale viene elevata tensione. Sono gli Art Of Noise di un quarto di secolo fa intenti a manifestare il loro collage, coagulo di materie della musica a definire sculture di "aria modificata". Assembramenti vistosamente provocatori, allarmi psicologici e nostalgie di un passato prossimo a ritornare. C'è qualche scheggia di pittura astratta del '900 in questa esperienza unica di fine millennio. Stramberie dada, lampi di luce elettrica sopra i palcoscenici dell'arte dove passeggiano attori e manichini in un esemplare gesto di storia e di progresso.

Una musica particolare, per certi versi il frastuono della superficialità divenuto profondità di superficie, la serigrafia warholiana assurta ad opera d'arte nella sua plateale visibilità in un mondo ormai in grado di togliere all'oggetto d'arte la sua originalità per inserirlo negli ingranaggi dell'epoca della riproducibilità. E dunque questa operazione di "Arte del Rumore" viaggia sulle ali del Futurismo, rammenta la lezione teorica di Tommaso Marinetti, si permea di stile composito come si trattasse di rappresentare universi della percezione frammentaria.

L'album si chiama "In Visible Silence" (1988) al suo interno trovate una song maledettamente "ambient" e romanticheggiante come "Camilla", deformità vocali e rombi di motori in volo, dissolvenze e scontri panoramici come in "Instruments of Darkness", velocità e segnali traccianti di Anni '60 trasportati nel 2100, il tempo in cui la nostalgia ha suggestionato talmente gli uomini da costringerli a ricostruire una città del passato come Metropolis.