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A Giustino nasce il "Birrificio Val Rendena srl". Claudio e Paolo Collini saranno sul mercato a dicembre
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- Pubblicato Sabato, 27 Ottobre 2012 00:40
- Scritto da Giuseppe Ciaghi
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Si chiamano Claudio e Paolo. Collini di cognome, come tante famiglie di Pinzolo, fra le più antiche della borgata. Che si distinguono fra di loro per lo scotùn, il soprannome che ne indica il ceppo. Il loro è "Bòrciol", un casato di contadini, lavoratori infaticabili, gente stimata, di parola. Sono gemelli. Faranno 24 anni il prossimo 10 novembre, nati il giorno dopo la caduta del muro di Berlino. Laureati entrambi a Trento, e brillantemente, nella facoltà di economia, non appartengono all'ordine dei "choosey", all'albo professionale degli "schizzinosi", creatura recente della signora Fornero, ministro del lavoro. Si sono inventati un birrificio, proprio con la "i" - si badi bene - non un "burrificio" con la "u", come sarebbe stato più naturale aspettarsi quassù in Rendena dai rampolli di una famiglia di allevatori. Per la verità "la birra è una bevanda tradizionale dei nostri paesi, dove non cresceva la vite", informa Paolo. "Veniva fatta in casa con il luppolo selvatico e l'orzo. A Ruìna, dai "Bòrcioi", la preparava nonna Aldina; a Giustino, dai "Banòi", lo specialista era nonno Bepi. Da qualche anno ci avevamo provato anche noi due, per gustarla con gli amici, in compagnia. E proprio da costoro, che l'avevano apprezzata parecchio, ci sono venuti lo stimolo e l'idea di produrla a livello artigianale e di metterla in commercio". Detto fatto "quest'estate abbiamo preso in affitto un capannone dismesso qui nella zona artigianale di Giustino - racconta Claudio. Lo abbiamo ristrutturato con l'aiuto dei nostri famigliari e adattato ad ospitare le nuove apparecchiature. Per Natale contiamo di essere sul mercato". Aggiungono di "aver visitato strutture analoghe in Val di Fiemme, in Alto Adige e in Germania per studiarle ed acquisire le conoscenze necessarie all'intrapresa". Sistemati i macchinari, stanno passando alla fase operativa. "l luppolo è sempre quello selvatico, che si trova qui da noi, l'orzo viene dalla Germania". E' loro ambizione "coniugare l'antica tradizione del fare la birra in casa con la tecnologia più avanzata".
"Abbiamo poi la fortuna che Carla Pancani, un'amica che è maestra birraia - a sfatare il mito che tale professione sia un'esclusiva degli uomini, precisano - ci ha dato la disponibilità per consulenze e per aiutarci a risolvere eventuali dubbi durante i processi produttivi". La nuova birra, che, non va dimenticato, affonda le radici nelle ricette degli avi, verrà confezionata in bottiglie da 33, da 50 e da 75 centilitri, oltre che in fusti destinati agli esercizi commerciali, ed in quattro specialità differenti. Oltre alla "helles", la birra chiara comune, gli amatori potranno assaporare il tipo "Vienna", ambrata e più corposa, o gustare la "weizen" a base di frumento, mentre "la bira da l'ors", ad alta fermentazione, del colore della pelliccia del plantigrado simbolo di queste valli, costituirà il fiore all'occhiello del "Birrificio Val Rendena srl". "Fondamentale per ottenere una buona birra è la qualità dell'acqua - spiega infine Paolo - e noi abbiamo la fortuna di poterla attingere alla sorgente di Vadajone, fra le migliori in assoluto per il nostro prodotto". Hanno in mente di realizzare accanto al laboratorio una struttura per la degustazione della birra, magari abbinata ai prodotti tipici, aperta ai turisti e a visite guidate, e contano sugli aiuti previsti dalle leggi provinciali a sostegno dell'imprenditoria giovanile. "Prosit!": l'augurio se lo meritano.