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La decadenza della democrazia rappresentativa

"Non c'è futuro per l'Italia senza rigenerazione della politica e della fiducia nella politica" afferma Napolitano nel messaggio di fine anno. Sono parole che colgono senza sfumature la realtà sociale e politica in cui stiamo vivendo. Il Presidente è cosciente del deterioramento della politica e della conseguente inarrestabile perdita di fiducia dei cittadini nei rappresentanti politici. Per questo ripone la sua speranza nella laboriosità e nelle qualità dei cittadini per uscire da questa situazione infelice. E' senza dubbio l'unica via d'uscita.

Il sondaggio politico "La fiducia degli italiani nelle istituzioni", effettuato dall'Istituto Demopolis per Famiglia Cristiana e pubblicato il 18 novembre 2011, mostra inequivocabilmente come le istituzioni rappresentative non sono tra le più apprezzate dagli italiani (Presidente della Repubblica 82%, Forse dell'ordine 67%, Organizzazioni di volontariato 65%, Chiesa 60%, Sindaco della propria città 33%, Parlamento 16%, Partiti politici 10% ). L'unica istituzione politica che ancora ispira fiducia è il Presidente della Repubblica, il quale in forza delle statistiche è l'unico che può sentirsi legittimato a richiamare gli italiani ad uno sforzo collettivo.

L'indagine a cui si fa riferimento non è l'unica che certifica la degenerazione della cosiddetta democrazia rappresentativa. In tutta Europa, seppur con delle differenze geografiche, a partire dal livello comunitario fino a quello comunale i risultati dipingono una situazione dalle tendenze unidirezionali. I sondaggi abbondano ed inesorabilmente confermano la debolezza dei sistemi rappresentativi nell'affrontare i problemi della società moderna e nel soddisfare le esigenze degli elettori.

Nel XVIII secolo parlare di democrazia era come bestemmiare. Nel XX secolo la democrazia rappresentativa è stata perseguita in molti paesi introducendo i principi dell'uguaglianza, della sovranità popolare, della maggioranza e del mandato politico. Il XI secolo è iniziato da poco e la necessità di un'evoluzione della democrazia è urgente. Un'élite di politici auto-selezionata, intoccabile ed eletta in carica per 5 anni (nel nostro caso) è un anacronismo. Le élite hanno il potere ed i cittadini sono ridotti a allo status di clienti.

In questo contesto, la regione Trentino Alto Adige si differenzia per una maggiore fiducia verso i propri rappresentanti politici rispetto ad altre realtà territoriali, tuttavia la tendenza risulta essere la stessa che altrove: affluenza elettorale in calo, rappresentanza delle donne ridotta, disprezzo per gli eccessi della politica, critica verso i poteri della casta, emarginazione dei giovani e via discorrendo. Per questa ragione è cruciale acquisire consapevolezza ed essere rapidi nell'introdurre le innovazioni democratiche per invertire la rotta.

In provincia di Bolzano hanno dimostrato lungimiranza e dal 1995 Iniziativa per Più Democrazia sta portando avanti una campagna per una migliorare gli strumenti di democrazia diretta confrontandosi con una ristretta ma radicata èlite al potere. Nel 2009 sono arrivati ad un soffio dal cogliere un risultato eclatante. Ora è il Trentino che può dimostrare il proprio senso civico e la volontà di voler incidere nelle scelte per il futuro e per un'autonomia dinamica e partecipata.

Alex Marini

http://democraziadirettatrento.wordpress.com/