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Breguzzo: Siamo stati accusati ingiustamente di non volere la fusione. Non vogliamo svendere e deturpare la nostra Valle! La lettera dei dimissionari

val di breguzzo

A tutti i nostri carissimi compaesani Breguzzesi, e ai cittadini delle comunità di Bondo, Roncone e Lardaro che, con spirito attento e libero da pregiudizi, desiderano comprendere a fondo le ragioni delle nostre dimissioni.


A seguito delle continue informazioni errate e delle false accuse che, dalla presentazione delle dimissioni, sono state mosse nei nostri confronti, in modo scorretto e fazioso, (anche da parte di persone estranee al nostro percorso amministrativo e quindi non a conoscenza della reale situazione che ha determinato la nostra decisione), sentiamo il dovere di informarvi sulla realtà dei fatti, facendo altresì presente che, al momento della consegna delle dimissioni, eravamo tutti certi e consapevoli che la nostra azione non avrebbe invalidato il percorso di fusione, il quale sarebbe quindi proseguito con il referendum.

La scelta delle dimissioni è stata per noi una decisione sofferta ma dovuta, a causa della situazione intollerabile che si era venuta a creare tra il Sindaco e noi consiglieri, che siamo stati, di fatto, esclusi da ogni discussione; messi di fronte a decisioni già assunte; condannati a una pesante mancanza di comunicazione, di rispetto, di confronto e trasparenza, che hanno portato, nel tempo, ad una profonda rottura sia dal punto di vista politico che personale ed umano, e ad una fatica insostenibile, anche nel portare avanti l'ordinaria amministrazione. Per ragioni incomprensibili il Sindaco ha cominciato a nutrire sospetti ingiusti e a diffidare di tutti noi, lasciandoci al margine di decisioni che ha scelto di assumersi da solo, caricandosi ingiustificatamente di pesanti oneri che, secondo noi, non gli hanno più permesso di esercitare il suo ruolo serenamente e con ragionevolezza, in un momento così delicato per la sopravvivenza stessa delle nostre realtà politico-amministrative.

Abbiamo assistito ad improvvisi, immotivati ed incomprensibili stravolgimenti di pensiero e di programma, come sul progetto di fusione, a riguardo del quale il Sindaco così affermava nella seduta del Consiglio comunale del 26 settembre 2014: Sindaco: "Per quanto riguarda l'ipotesi fusione, ritengo che giustamente noi abbiamo sempre puntato sulle gestioni associate dei servizi. All'inizio abbiamo lasciato perdere perché avremmo dovuto necessariamente impantanarci nella Comunità di Valle ma l'anno scorso insieme con gli altri Comuni
interessati (Bondo, Roncone e Lardaro) avevamo ripreso in esame l'ipotesi della gestione associata dei servizi. Bondo però, di sua iniziativa, e di fatto venendo meno agli accordi, aveva nel frattempo stipulato una convenzione con la Comunità di Valle riguardante l'ufficio tecnico e di qui un nuovo stop. In primavera abbiamo nuovamente ripreso il discorso ed a Trento ci avevano suggerito di estendere le gestioni associate oltreché all'ufficio tecnico anche ai tributi e alla ragioneria, onde ottenere in tal modo una migliore dislocazione ed un più razionale impiego del personale. Poi è però venuta la lettera di Bondo per la fusione tra i due Comuni, da attuarsi tra l'altro in tempi ristrettissimi (a dicembre infatti si sarebbe già dovuto fare il referendum). E' evidente che, così ho pensato, se ancora non siamo riusciti a fare le gestioni associate come pensiamo di poter andare dalla gente a dire che vogliamo le fusioni? Con che argomenti? Non saremmo per niente credibili. Allora ho detto al sindaco di Roncone: noi intanto andiamo avanti con le gestioni associate e Bondo è libero poi di aggregarsi o meno. Infatti solo dopo aver sperimentato le gestioni associate si potrà eventualmente pensare anche alla fusione".

Vicesindaco: "Concordo con quanto detto dal sindaco che occorre prima partire con le gestioni associate, vedere che benefici ne derivano ai censiti e solo successivamente pensare alla fusione".
Sindaco: "Condivido pienamente quanto scritto in un recente articolo da Maria Grazia Scaglia, persona nota per il suo impegno nel campo della cooperazione e delle politiche sociali, circa l'importanza di salvaguardare l'identità del territorio, a fronte anche del fatto che con le fusioni non si ottiene in ogni caso nessun risparmio. Se uno cura e governa bene il suo territorio realizza economie di spesa ben più consistenti che con le fusioni".

(Tratto dal Verbale del Consiglio Comunale del 26 settembre 2014.)


Poi, improvvisamente, lo stesso Sindaco, fino ad allora assolutamente fermo e deciso per le gestioni associate, smentisce il percorso condiviso e, dalla sera alla mattina, si arrocca sulla fusione, senza coinvolgerci nella sua decisione. Afferma che "è così e basta; che deve mandare giù un grosso rospo, ma che non si può fare altro"! Non accetta di ascoltare i dubbi e le preoccupazioni dei suoi consiglieri, che cercano di valutare i possibili vantaggi, ma soprattutto i rischi di un passo così affrettato e portato avanti senza una puntuale programmazione degli sviluppi futuri, come la riorganizzazione dei servizi, la dislocazione degli uffici, la distribuzione delle risorse, la possibilità di creare delle ASUC per gestire le peculiarità economiche di ciascuna realtà.

Consapevoli che il nostro territorio è naturalmente vocato verso Roncone e convinti che, se fatta bene, la fusione è un'opportunità, pur tra grosse perplessità dovute alla fretta e al nostro mancato coinvolgimento, arriviamo all'approvazione della delibera d'intento. Ma alla nostra richiesta di sostenere un progetto più vantaggioso possibile per il nostro paese, che preveda il coinvolgimento dei cittadini ed una sicura rappresentanza, la possibilità di investire sul proprio territorio le proprie risorse, la chiarezza di un documento che ci tuteli, ci siamo trovati di fronte ad un muro di ostilità e allo svilimento delle nostre richieste di conoscere, valutare e decidere le condizioni che determineranno la nostra realtà futura.
E siamo stati accusati ingiustamente di non volere la fusione!!!

Tra l'altro, l'Amministrazione di Bondo, avrebbe richiesto, per realizzare le gestioni associate, una percentuale del 5% del gettito derivante dallo sfruttamento idroelettrico della centrale Val d'Arnò, richiesta formulata durante una riunione svoltasi presso il Comune di Roncone e, per altro, del tutto ingiustificata. Il destino beffardo ha voluto però che, a pochi mesi di distanza, il Commissario del Comune di Breguzzo abbia portato avanti ed approvato la proposta di fusione elaborata dalla solerte Commissione, della quale ha fatto parte pure il nostro, ormai ex, Sindaco, che enuncia testualmente: "Considerati i rilevanti investimenti effettuati dai Comuni di Breguzzo e Roncone per la realizzazionedella centrale Val d'Arnò [...] i sindaci di  Bondo, Lardaro e Roncone ed il Commissario di Breguzzo condividono l'opportunità che, nel primo Statuto del Comune nato da fusione, venga inserita una previsione che impegni i futuri amministratori, nella predisposizione dei bilanci del nuovo Ente, ad orientare l'utilizzo delle risorse costituite dall'utile netto annuale della centrale Val d'Arnò (ottenuto
detraendo le rate dei mutui contratti per la realizzazione della centrale e le spese di gestione della stessa) nel seguente modo: 

• Il 10% è destinato alla parte corrente del bilancio di Sella Giudicarie;
• Il 10% per investimenti sul territorio dell'ex Comune di Bondo;
• Il 10% per investimenti sul territorio dell'ex Comune di Lardaro.
Il restante 70% per investimenti sui territori degli ex Comuni di Breguzzo e Roncone nella proporzione rispettivamente del 25% e del 75%.
Tale impegno si esaurirà al 31 dicembre 2022".
Da un calcolo sommario questa inconcepibile ed immotivata suddivisione del gettito comporterà per il Comune di Breguzzo una perdita, rispetto alla quota di propria spettanza, pari a più di 2.000.000 Euro, ai quali vanno aggiunti i proventi derivanti dai sovra-canoni per circa Euro 312.000 all'anno, fino al 2020. E poi? Poi tutto nel calderone del futuro comune Sella Giudicarie, dopo tutti i sacrifici e le rinunce a lavori ed interventi in paese, per dare priorità all'investimento di capitali nell'ammodernamento della centrale e garantire anche ai posteri le entrate che avevano previsto i nostri predecessori al loro Comune e alla loro gente!!!
Risultano evidenti le nostre perplessità relative, non tanto alla fusione in quanto tale, ma a tempi e modalità, che non sono stati condivisi né con il gruppo consigliare, né con la popolazione, e totalmente a nostro svantaggio, considerando in particolare che l'ex Sindaco in più occasioni aveva ribadito che i proventi derivanti dalla Centrale Val d'Arnò sarebbero stati rendicontati nel futuro bilancio di Sella Giudicarie in un'apposita sezione e reinvestiti sul territorio della futura frazione di Breguzzo. Come mai è avvenuto un cambiamento così radicale da quanto detto a quanto scritto? Perché non ha preteso di ottenere che il gettito derivante dalla Centrale Val d'Arnò, spettante al Comune di Breguzzo, venisse reinvestito nel territorio e per gli abitanti del nostro Paese, che ne hanno anche sostenuto i costi con i loro sacrifici?

Non da meno, rimane il fatto che nella suddetta deliberazione non viene assolutamente garantita pro futuro la rappresentanza del nostro Comune: infatti non vi è nessuna previsione relativa alla presenza, all'interno della Giunta di Sella Giudicarie, di un assessore di diritto proveniente dal Comune di Breguzzo. Inoltre noi consiglieri, in più occasioni, abbiamo chiesto all'ex Sindaco di farsi portavoce, assieme agli altri Sindaci, della richiesta di modifica della legge che stabilisce, solo per la prima legislatura, la presenza in giunta di una rappresentanza di ogni Comune, e comunque di prevederne la nomina, da parte del futuro Sindaco, nel nuovo Statuto. Ma le nostre richieste non hanno trovato ascolto, anzi, siamo stati discriminati solo per il fatto che abbiamo chiesto più chiarezza e maggiore incisività nella definizione delle condizioni previste per la fusione.

E, nonostante come siamo stati trattati, siamo rimasti in Consiglio perché consapevoli delle nostre responsabilità e perché abbiamo, e avremo sempre a cuore, il bene del nostro paese, cercando con continui, quanto purtroppo inutili tentativi, di recuperare un dialogo, di ricostruire la fiducia, di superare le difficoltà, per garantire a tutti i nostri concittadini un futuro dignitoso, il miglioramento dei servizi e la partecipazione attiva alla storia, all'amministrazione e alla gestione delle risorse, sia umane che economiche e ambientali, anche nel futuro, non solo con una occasionale, se pur importante, raccolta di firme, ma continuativamente e quotidianamente, con una partecipazione responsabile e attiva che contribuisca passo passo a determinare con orgoglio una buona qualità della vita.

Un altro aspetto che ha provocato pesanti incomprensioni e che ha messo in grave difficoltà l'Amministrazione Comunale è stato il Debito fuori Bilancio, pari a oltre 30.000 Euro di supero di spesa, per la realizzazione dei Servizi igienici presso la chiesetta degli Alpini in Val di Breguzzo, dovuto all'assoluta noncuranza delle regole, dalle quali un Assessore di Ente pubblico non avrebbe mai dovuto prescindere. La questione ha provocato un duro scontro in Consiglio ed in Giunta perché i costi per la realizzazione dell'opera (circa 115.000 Euro) e l'acquisto dei corredi erano risultati veramente eccessivi per dei bagni. Inoltre ribadiamo con forza che nessuno era a conoscenza degli importi effettivi del lavoro, fino alla presentazione della relazione finale da parte della Direzione lavori, in quanto chi se ne occupava, aveva sempre garantito che vi sarebbe stato il rispetto della soglia-limite preventivata ad inizio lavori.
Altro motivo di rottura è stata la questione inerente le Concessioni allo sfruttamento idroelettrico del torrente Arnò a privati. Tutta la controversia è nata da una scarsissima propensione alla discussione e trasparenza da parte del nostro Sindaco, una fretta ingiustificata a voler deliberare favorevolmente e subito in Consiglio comunale, dietro un vantaggio economico prettamente, se non quasi esclusivamente, in capo al privato, quando al Comune di Breguzzo non rimane altro che un pesante danno ambientale, turistico e di disagio per la popolazione, tra l'altro mai informata in merito. Anche se l'ex Sindaco sugli organi di stampa ha dichiarato che siamo stati "incoerenti" perché abbiamo anteposto l'interesse ambientale al guadagno per il Comune (50.000 Euro l'anno), riteniamo che per due Centrali che avrebbero prodotto minimo 7.000.000 di chilowatt, 50.000 Euro rappresentino solo le "briciole"
(ricordiamo che la centrale Val d'Arnò di proprietà al 75% del Comune di Roncone e al 25 % del Comune di Breguzzo nel 2014 ha avuto una produzione di circa 7.000.000 di kilowatt, rendendo circa 1.540.000 Euro di cui il 25% a favore del nostro comune per un importo di circa 385.000 Euro).

Non vogliamo svendere e deturpare la nostra Valle!

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la questione relativa alla richiesta di Accesso ad Atti personali da parte dell'ex Assessore Giandomenico Ferrari, presentata a fronte di un atto esclusivamente politico, quale una Mozione di Sfiducia nei suoi confronti, consegnata da alcuni consiglieri al Sindaco e sulla quale solo quest'ultimo avrebbe potuto decidere, in quanto gli assessori possono essere nominati e revocati solo dal Sindaco. Tale mozione non ha nulla contro la persona, ma è stata giustificata dalla grave difficoltà in cui era stata posta l'Amministrazione Comunale a seguito del debito fuori bilancio relativo alla realizzazione dei servizi igienici in Val di Breguzzo, principalmente supervisionati e diretti dall'Assessore Giandomenico Ferrari, e per i dubbi, noti a tutti, per come lo stesso ha esercitato in questi anni il suo ruolo di Assessore alle foreste.
L'ex Assessore, di contro, ha deciso di fronteggiare la richiesta di sfiducia, ricordiamo, atto prettamente politico, con un gesto che, in alcune zone soleggiate d'Italia, verrebbe definito certamente di "preoccupante riprovazione sociale", colpendo i consiglieri dal punto di vista assolutamente personale, ovvero richiedendo per iscritto al Segretario comunale un lungo elenco di documenti privati, tra cui concessioni edilizie, permessi ed altro, relativi ad una lista di nomi di consiglieri di maggioranza, consiglieri di minoranza, coniugi e parenti degli stessi, in vita e, purtroppo, pure defunti!

E' evidente che di fronte ad avvenimenti di questo tipo è venuta a mancare qualsiasi motivazione per continuare il percorso del mandato consigliare, sia dal punto di vista politico, che dal punto di vista umano e personale. Noi non vogliamo avere niente a che fare con chi sta meditando denunce e diffamazioni!
A fronte di quanto detto, notiamo, con stupore e rammarico, che l'ex Sindaco non è stato in grado nemmeno di farsi un esame di coscienza, per capire le reali motivazioni che hanno portato alla disgregazione della sua maggioranza e del Consiglio e che lo hanno portato a governare nell'ultimo periodo in modo dispotico, solitario, non condiviso e in particolar modo a rovinare in toto anche le relazioni umane e di amicizia, inventandosi fantomatici, quanto non ben definiti, interventi politici esterni, che avrebbero motivato la sua prematura destituzione dalla carica di Sindaco. Anzi, ha perseverato nel suo atteggiamento irresponsabile e, incarnando un personaggio vittimistico, ha caricato sulle spalle altrui le proprie responsabilità e le proprie mancanze.

Firmato:
I dieci ex consiglieri che amano e rispettano il loro Comune.
Sandro Bonazza. Flavia Dalbon. Barbara Bonazza. Claudio Bonazza. Luigi Bonenti. Ilda Frioli. Giovanna Molinari. Illari Bonazza. Walter Rubinelli. Nicola Bonazza.