Andiamo avanti con la fusione con Lardaro Bondo e Roncone. Lo chiedono 276 cittadini di Breguzzo guidati da Piergiorgio Ferrari al Commissario Bonafini
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- Category: Breguzzo
- Published on Friday, 27 February 2015 17:00
- Written by Giudicarie.com
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I cittadini di Breguzzo hanno raccolto 276 firme per mettere il commissario Emanuele Bonafini nelle condizioni di proseguire l'iter referendario per la fusione con i comuni di Roncone, Bondo e Lardaro. La scorsa settimana, dieci consiglieri comunali avevano rassegnato le dimissioni, mettendo in forse la partecipazione di Breguzzo alla tornata referendaria di aggregazione con i comuni vicini. Oggi una delegazione di cittadini ha consegnato nelle mani del commissario Bonafini, nominato dalla Pat a reggere provvisoriamente le sorti del comune lunedì scorso, un plico di quasi 280 firme, accompagnato da un documento in cui lamentano l'incomprensibilità delle dimissioni dei loro amministratori alla vigilia di un appuntamento così importante. E chiedono all'amministratore provvisorio di utilizzare tutti gli strumenti giuridici per mettere Breguzzo nelle condizioni di partecipare al progetto di fusione.
La delegazione era composta da semplici cittadini. Che, con molto senso civico e in un'azione trasversale che ha coinvolto tutta la comunità, si sono sentiti in dovere di mettere la popolazione nelle condizioni di esprimersi nel processo di fusione che se avvalorato dalla gente porterà alla costituzione di un comune dell'Alto Chiese di 3.000 abitanti. Il quinto in ordine di importanza, a fusione avvenuta, dell'asta giudicariese. 276 sottoscrizioni sono un numero davvero ragguardevole. Tenendo conto che gli aventi diritto al voto di Breguzzo sono 459, e che alle regionali del 2013 i votanti sono stati 365. Mentre il quorum del referendum è di 184. In pratica in soli quattro giorni il comitato ha mobilitato quasi tutto il paese, dimostrando di non avvallare l'azione di chi in un momento così delicato ha piantato in asso il paese. Va ricordato che a dare le dimissioni sono stati 5 consiglieri di maggioranza e altrettanti di minoranza. E che – come è stato sottolineato da più parti – se avessero voluto agire nell'interesse del paese, i dieci dimissionari potevano attendere di dare le dimissioni il giorno dopo aver portato a termine l'iter di fusione. Non prima. (c.d.s.)